A proposito di Ernia del disco e Lombosciatalgia.


Vi siete mai chiesti perché l’ernia del disco viene sempre negli stessi punti, e cioè tra la terza e la quarta vertebra lombare, oppure tra la quarta e la quinta od, ancora, tra la quinta lombare e la prima vertebra sacrale?

E come mai il 95% delle operazioni per ernia discale vengono eseguite ai livelli L4-L5 e L5-S1?

La maggior parte delle persone non è in grado di identificare la causa esatta dell’ernia e diventa difficile fare un collegamento tra il tipo di attività lavorativa e l’ernia. Spesso si dà la colpa ai lavori pesanti, ma è stato dimostrato che la pressione all’interno del disco lombare è più grande nella posizione seduta che in quella eretta.

Sicuramente l’ernia è spesso il risultato della degenerazione dei dischi e di una graduale usura e lacerazione dovuti all’invecchiamento. Con l’età i dischi intervertebrali perdono parte del loro contenuto in acqua e, perciò, diventano meno flessibili e più soggetti allo strappo e alla rottura anche con sforzi e torsioni ridotti.

Ma allora perché le ernie vengono sempre lì?

La risposta ritengo possa essere abbastanza semplice se si guarda la persona nella sua interezza. Il corpo tende a compensare eventuali anomalie di postura con torsioni, accorciandosi in flessione e andando in rotazione interna. Va, cioè, in modo graduale verso quella che io definisco la forma della befana, e che rappresenta il “massimo del corto”. A livello lombare  si ha, così, una variazione della curva della colonna in base alla quale il carico maggiore, che fisiologicamente si dovrebbe avere a livello della terza vertebra lombare, L3, si sposta verso il basso, verso appunto L4, L5, S1, e da qui possono derivare tutti i processi degenerativi e di usura proprio per i maggiori carichi a cui è sottoposta l’intera zona.

Quello che succede a livello lombare è però, spesso, l’effetto di qualcosa che succede più lontano. Impariamo a scoprire le cause prime!

Spesso, in questi casi, il problema posturale che sta a monte è la conseguenza di un’alterata occlusione, di un deficit di dimensione verticale in bocca, di un‘anomalia di deglutizione, di un’alterata respirazione. Elementi, che a loro volta, avranno delle cause scatenanti – strutturali, chimiche, emotive o miste – anch’esse da indagare e rimuovere, laddove possibile.

Conoscere e rimuovere le cause rende sicuramente più facile ottenere il successo terapeutico e, se necessario, il successo chirurgico. Ciò vale sicuramente non solo per le manifestazioni acute, ma anche per quelle croniche.

Valete! A presto,

Fausto