Da Steve Jobs una lezione di vita.
Oggi mi faccio solo veicolo di parte di un articolo del Vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, apparso su Panorama del 17 marzo, che così parla di Steve Jobs:
“Ogni giorno come l’ultimo.
Steve Jobs sta diventando il simbolo di chi, di fronte al dramma di una malattia senza scampo, non si abbatte e fino all’ultimo decide di lavorare, seminare, lanciare idee per il futuro.
Jobs non si dichiara religioso ma afferma di fare riferimento a questa massima che apprese a 17 anni: -Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo e chiediti ogni mattina: se questo fosse il mio ultimo giorno di vita, farei quello che sto facendo?- …
…Un’affermazione che nasce dalla convinzione che la morte fa parte della vita e questa deve essere vissuta fino in fondo, senza cedere alla rassegnazione. La volontà di Dio, sia per chi crede sia per chi non crede ma ha una visione serena della vita, consiste nell’impiegare le giornate per rendere migliore il mondo, aiutare gli altri a vivere meglio. E Jobs, con questa sua starordinaria tesimonianza, richiama tutti al vero senso della vita: non siamo nat solo per noi stessi, la vita dobbiamo spenderla per edificare un mondo più giusto.
La parabola dei talenti riportata dal Vangelo di Matteo chiarisce ancora di più l’atteggiamento di Jobs. Ogni persona riceve da Dio dei doni perchè possa prendere parte alla crescita e allo sviluppo dell’umanità. Tutti abbiamo un compito.
Ma attenzione! La grettezza o la paura possono spingerci a credere che i doni sono solo per noi, per il nostro tornaconto. Chi lascia prevalere questi sentimenti, al primo ostacolo, come una malattia inguaribile, si deprime, si chiude in se stesso. E muore ancora prima di morire.
Jobs, consapevole di aver ricevuto dei doni e di doverli spendere per tutti, non solo non si rassegna, addirittura moltiplica le energie e riesce a essere maestro di vita per i più giovani. Una consapevolezza che rende l’amore più forte della morte, la creatività più forte della malattia.”
Steve Jobs così diceva in un discorso alla Stanford University nel 2005:
“L’unico modo per compiere un buon lavoro è amare ciò che fai. Se non hai ancora trovato qualcosa che ti fa sentire così, continua a cercare.”
Una sola parola: grazie!
Valete! A presto,
Fausto