“Un bicchiere tira l’altro!”
Recentemente ho incontrato un ragazzo di venti anni che lavora come barman in un locale/discoteca della zona, e che si vantava degli incassi dei fine settimana ottenuti vendendo “grappe” ai ragazzi tra i 16 e i 18 anni che frequentano il posto. Parlava di mille grappe vendute prima delle dieci di sera e “poi si comincia a lavorare davvero”.
Non so se i numeri siano reali ma, numeri a parte, la cosa mi sembra preoccupante soprattutto per l’età dei giovani.
Nella pratica della professione una delle situazioni che mi capita spesso di incontrare in pazienti molto sofferenti, sia a livello fisico che emotivo, consiste in una condizione di forte insoddisfazione e insicurezza.
Questo stato è la logica conseguenza del fatto che queste persone non hanno una chiara immagine di sé e non sanno dare direzione alle loro azioni. Sono nella condizione di chi, pronto ad entrare in autostrada, continua a girare nella rotatoria che precede il casello e non prende mai l’entrata giusta; è sempre in movimento, ma non fa distanza e non raggiunge alcuna meta.
In questa condizione si diventa vittima di emozioni quali il giudizio di sé e degli altri, la rabbia, la preoccupazione e il sentirsi prigionieri della situazione che portano poi alla ribellione e alla fuga.
Queste persone soffrono e s’offrono a tutte quelle vie che la vita pone loro davanti per fuggire da una situazione che va loro stretta, e tra queste vie di fuga una parte importante è rappresentata dall’abuso di alcool.
Per loro la fuga è quella che, nel gergo del coaching, viene definita un “via da”. Ma tutti i “via da”, se non sono seguiti da un “verso”, non portano da nessuna parte, creano un sollievo momentaneo che però, presto o tardi, lascia il posto a nuova insoddisfazione.
Come uscire da questa situazione?
E’ fondamentale aiutare queste persone a trovare, ritrovare o consolidare la propria identità, aiutarle a dare una direzione alla propria vita identificando quelli che sono i loro valori, affinché possano utilizzare le loro capacità per avere dei comportamenti (il bere è un comportamento) “ecologici” per sé e per gli altri, e che li portino al raggiungimento dei propri obiettivi.
C’è tanto da fare e, sicuramente, non possiamo chiudere gli occhi e far finta di niente!
Valete! A presto,
Fausto